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Il piennolo, il mare. Al San Pietro Bistrot di Torre del Greco.

Trae nutrimento dal suolo vulcanico, ha un inconfondibile sapore vivace, la buccia spessa e ci fa compagnia per l’intero inverno se conservato “appeso”, in grappoli, sui nostri balconi: è il pomodorino del piennolo, DOP dal 2009. O forse dovremmo usare il plurale: i pomodorini del piennolo, dal momento che ne sono stati reperiti circa una quindicina di biotipi, leggermente differenti l’uno dall’altro.

Con l’amichevole partecipazione di una incredibile giornata di metà novembre, in cui pranzare sulla terrazza non era solo un piacere ma un dovere, si è parlato dottamente, ma anche amenamente, di pomodorini del piennolo del Vesuvio intorno a un pranzo a tema preparato da Alfonso Mauri, chef del San Pietro Bistrot del Mare di Torre del Greco,  utilizzando i piennoli in ogni forma possibile, persino quelli canditi (dalla pasticciera Anna Chiavazzo), serviti su cioccolato fondente con un pizzico di sale Maldon.

Patrizia Spigno, agronoma responsabile del centro ARCA 2010, la banca del germoplasma delle varietà orticole e frutticole della Campania, ha sottolineato l’unicità del prodotto, determinata non solo dal genotipo, ma anche dal terreno, dal clima e dal complesso delle tradizioni culinarie che lo impiegano; tutti fattori che rendono il pomodorino del piennolo irriproducibile in altri luoghi. Nei secoli, la necessità di resistere alla siccità ha fatto sì che si selezionasse una pianta dall’apparenza essenziale, quasi stenta, con poche foglie, prodotto della natura e dell’opera degli agricoltori.

Angelo Di Giacomo, dell’azienda agricola Giolì,  quarta generazione di una famiglia contadina radicata nel territorio vesuviano, ha presentato e messo a disposizione i suoi pomodorini del piennolo per la realizzazione del menu della giornata: piennoli rossi, tradizionali, ma anche gialli, di una particolare varietà scovata da tal Giulia nella terra di suo nonno, in quel di Ercolano, e da ciò chiamata Giagiù: il pomodorino giallo di Giulia, caratterizzato da una maggiore sapidità, dalla conservabilità e che si usa mangiare anche crudo.
È un antico amico, il piennolo, che ha animato i piatti della mia infanzia insieme al San Marzano, prima di eclissarsi per alcuni anni, scalzato dal trono da pomodori senza carattere e senza qualità portati alla ribalta dall’industria conserviera e dal mercato globale. Per fortuna ha fatto il suo ritorno in grande stile e, da amico qual è, in questa occasione è stato anche il mezzo per scoprire questo ristorante di Torre del Greco luminoso e chiaro, declinato sui toni neutri e sull’azzurro, completamente votato alla cucina di mare, di quel mare su cui si affaccia regalando una visione veramente incomparabile del golfo di Napoli.

Con il pescato fresco che arriva giornalmente dal porto della cittadina vesuviana, Alfonso Mauri ha preparato un piccolo benvenuto composto da mini babà al basilico con acqua di pomodorino giallo Giagiù e fonduta di provolone del monaco, calamaro scottato con pizzaiola fredda di pomodorino giallo Giagiù, insalata di pomodorino giallo Giagiù pelato con mozzarella di bufala, montanarina con pomodorino rosso del vesuvio confit e alici di cianciola.

L’antipasto: baccalà scottato con chutney di pomodorino giallo del Vesuvio, crumble al basilico e limone:

Le linguine con granchio fellone e pomodorini rossi del Vesuvio:

La palamita su pizzaiola fredda di pomodorino rosso del Vesuvio e spuma di provola:

Ad accompagnare i piatti, le birre artigianali del Birrificio Ventitré di Grottaminarda, che produce sei tipologie (tre bionde, due ambrate e una stout) non filtrate e non pastorizzate, utilizzando fonti energetiche ecosostenibili. Per l’antipasto, Esperia, una witbier (4,5%) di frumento con fiocchi di avena e orzo, aromatizzata con coriandolo, buccia d’arancia amara e pepe rosa; per le linguine e il baccalà, Aura, una belgian strong ale dalle sfumature dolci grazie ai cristalli di zucchero candito; per il dessert, infine, Urania, una oatmeal stout intensa e con spiccate note di caffè.

Come sempre, mi propongo di tornare ad assaggiare la cucina del San Pietro in una giornata normale, ma per il momento la prima impressione è stata delle più positive: buona cucina, pesce freschissimo, rispetto delle tradizioni culinarie locali e un locale piacevolissimo spalancato su un panorama che, da solo, basta a far dimenticare qualsiasi cruccio.

 

San Pietro Bistrot del Mare
Via Calastro 14, Torre del Greco (NA)
Tel.: 081 1890 9292

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Informazioni sull'autrice

giovanna esposito

Napoletana, scrivo di cibo dal 2008; ho cominciato con un blog di cucina, Lost in kitchen, poi, dal 2011 al 2016, sono stata tra i redattori del web magazine Gastronomia Mediterranea.
Nel 2015 ho pubblicato per Guido Tommasi Editore il volume "Gli aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana", scritto a quattro mani con Lydia Capasso e illustrato da Gianluca Biscalchin. Con la stessa "squadra", ho pubblicato nell'aprile 2017 "Santa Pietanza. Tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste". A settembre 2017 è uscito il piccolo ricettario "Pasta al forno", scritto con Lydia Capasso e con fotografie di Virginia Portioli, sempre per i tipi di Guido Tommasi.
Sono maestra assaggiatrice Onaf.

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