Prodotti, produttori

Oli della Campania

Dalle alte quote del massiccio del Matese alle scogliere della Penisola Sorrentina, la Campania è terra di ulivi. Arrivati dal Mediterraneo orientale, gli alberi sacri hanno trovato qui dimora ideale. Tante le varietà autoctone, tanto gli oli di qualità che ne derivano.
Cinque oli DOP, altri in attesa di riconoscimento. Le differenti zone climatiche della Campania, la varietà dei terreni, la fertilità delle aree vulcaniche hanno contribuito allo sviluppo di una biodiversità che nell’olivicoltura ha una delle sue massime espressioni; e benché le potenzialità della produzione oleicola di qualità siano, per un insieme di ragioni, superiori al suo reale sviluppo, la regione offre degli oli eccellenti dalle caratteristiche assai varie, una grande possibilità di scelta per gusti diversi e usi differenti in cucina.
Oli che meritano di essere conosciuti e lo sono troppo poco, persino tra i consumatori campani e, dispiace, spesso trascurati anche dai ristoratori locali.
Più di 70.000 sono gli ettari coltivati ad olivo, 40.000 dei quali nella sola provincia di Salerno. L’olivicoltura è tradizionale o intensiva a seconda delle caratteristiche del territorio nel quale viene praticata, e costituisce, soprattutto per le zone collinari, un’eccellente difesa dal rischio idrogeologico.

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Le varietà di olive da olio campane sono moltissime e diversificate: ne sono state catalogate più di sessanta autoctone in un repertorio destinato ad accrescersi. Dalle loro peculiarità di sapori e aromi, influenzati dal clima, dalla natura del terreno, dalle piante che contribuiscono a comporne l’habitat, derivano oli di carattere, in alcuni casi facilmente riconoscibili anche dai palati meno allenati.

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In Cilento domina la Pisciottana, antichissima, sconosciuta al di fuori di questo territorio. Entra nella composizione dell’olio extravergine di oliva Cilento DOP insieme con Rotondella, Ogliarola (varietà dell’area saleritana) e Frantoio, Salella, Leccino. Altre varietà locali possono essere presenti nella misura massima del 15%. L’area di produzione abbraccia 62 comuni che rientrano nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

A determinare l’intensità dell’olio extravergine di oliva Irpinia – Colline dell’Ufita DOP è l’oliva della varietà Ravece, assolutamente unica, che conferisce al prodotto finale il tipico sentore di pomodoro verde e il sapore spiccatamente amaro e piccante. Costituisce non meno del 60% della composizione dell’olio, accompagnata eventualmente da Ogliarola, Ruveia, Marinese, Olivella. La produzione avviene in 38 comuni della provincia di Avellino.

uid_119041600ae.580.0L’olio extravergine di oliva Colline Salernitane DOP viene da un’area molto vasta della provincia di Salerno che va dalla Costiera Amalfitana fino ai limiti del Cilento e, all’interno, ai confini della regione. Dal mare ai monti. È la parte della Campania in cui la presenza di olivi è più densa.
L’olio deve essere estratto per almeno il 65% da olive di varietà Rotondella, Carpellese, Nostrale e Frantoio. Ha un gusto “importante”, intensamente fruttato.

Dalla Penisola Sorrentina, dai Monti Lattari e da Capri provengono olive coltivate spesso in condizioni difficili, su coste che scendono ripide verso il mare: in particolare la Minucciola, che insieme con l’Ogliarola deve concorrere per il 65% alla composizione dell’olio extravergine di oliva Penisola Sorrentina DOP. La raccolta è manuale e non semplice, qui dove l’olivo è un elemento distintivo di un magnifico paesaggio arricchito dagli agrumeti e dalle erbe spontanee, tutti elementi che incidono sul gusto finale dell’olio. Un olio equilibrato ed elegante ideale per i piatti di pesce.

logo-terre-auruncheLa quinta DOP proviene dalle terre della provincia di Caserta che circondano Roccamonfina, da terreni vulcanici in cui l’oliva della varietà Sessana ha il suo ambiente ideale. L’olio extravergine di oliva Terre Aurunche DOP, intensamente fruttato, ne è costituito per almeno il 70%. Alla Sessana si possono accompagnare la Tenacella, la Corniola e l’Istrana.

Gli oli di qualità della Campania non (o non ancora) DOP sono originari:
– della provincia di Benevento, che potrebbe esrpimere ben due DOP: varietà tipiche sono l’Ortice, l’Ortolana, dal particolare profumo di mela, tanto da essere chiamata anche Melella, la Sprina e la Raccioppella;
– dell’area della provincia di Caserta intorno a Caiazzo e che segue, in parte, il corso del Volturno, contraddistinta dalla presenza dell’oliva Caiazzana, che deve costituire almeno il 65% dell’olio Colline Caiatine, dal gusto delicato;
– dal Parco regionale del Matese, dove l’olivo prospera anche ad insolite altitudini, e la varietà Tonda fa la parte del leone nell’olio extravergine d’oliva Terre del Matese;
– da un territorio che comprende 22 comuni e si colloca tra la provincia di Napoli e quella di Avellino, prevalentemente collinare e la cui varietà caratteristica è la Nostrale di Lauro, presente nell’olio extravergine di oliva Terre del Clanis per non meno del 60%.

Informazioni sull'autrice

giovanna esposito

Napoletana, scrivo di cibo dal 2008; ho cominciato con un blog di cucina, Lost in kitchen, poi, dal 2011 al 2016, sono stata tra i redattori del web magazine Gastronomia Mediterranea.
Nel 2015 ho pubblicato per Guido Tommasi Editore il volume "Gli aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana", scritto a quattro mani con Lydia Capasso e illustrato da Gianluca Biscalchin. Con la stessa "squadra", ho pubblicato nell'aprile 2017 "Santa Pietanza. Tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste". A settembre 2017 è uscito il piccolo ricettario "Pasta al forno", scritto con Lydia Capasso e con fotografie di Virginia Portioli, sempre per i tipi di Guido Tommasi.
Sono maestra assaggiatrice Onaf.

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