Prodotti, produttori

Vatolla e la sua cipolla

C’è un graziosissimo borgo medioevale del Cilento che nasconde tra le sue viuzze storie importanti e che nel mese di luglio si risveglia dal suo torpore per festeggiare il suo prodotto più noto: la cipolla di Vatolla.
Vatolla è una frazione di Perdifumo collocata su un’altura a 450 metri sul livello del mare. Passeggiando per le sue strette strade si avverte immediato il profumo della storia, e con un certo stupore, giacché il borgo è minuscolo e ben poco conosciuto.

L’antico castello dei Rocca, divenuto poi Palazzo Vargas Machucca, di probabile fondazione longobarda, si erge al centro dell’abitato e ne ricorda le alterne vicende e, soprattutto, conserva la memoria del soggiorno di Giambattista Vico, che dal 1686 al 1695 fu precettore dei figli del marchese Domenico Rocca. Oggi il castello ospita la Fondazione Giambattista Vico e il Museo Vichiano, ed è sede di convegni e mostre.

Ma a spandere il nome del borgo di bocca in bocca è soprattutto la speciale cipolla locale, cui è dedicata ogni anno una festa estiva che si svolge a luglio, in coincidenza con i festeggiamenti per la Madonna del Carmine che animano il vicino centro di Mercato Cilento, dove sorge un santuario mariano.


Arriva da lontano, la cipolla di Vatolla. Si racconta che a portarla in queste terre dal lontano oriente siano stati i monaci basiliani che qui si rifugiarono nella prima metà del secolo VIII, quando nell’impero bizantino la questione iconoclasta diede origine a una lotta violenta che generò persecuzioni e fughe.
A renderla unica nel suo genere è senza dubbio la dolcezza: qualcuno la definisce addirittura zuccherina, ed è un fatto che sbucciarla e affettarla non provoca alcuna lacrimazione; non è aggressiva, non è pungente: è di gusto morbido e rotondo, perciò perfetta per essere consumata cruda, anche perché è particolarmente digeribile. Il suo bulbo può essere tondeggiante o affusolato (“a trottola”), la sua tunica esterna tende al rosato e l’interno si presenta bianco, a volte con venature rosa. Le dimensioni sono cospicue: una singola cipolla può arrivare a pesare anche un chilo.


Trapiantate all’inizio della stagione fredda, le cipolle di Vatolla vengono raccolte in luglio, lasciate brevemente ad asciugare sul terreno per poi essere confezionate in trecce per la vendita, che avviene solo a livello locale e per lo più nel corso della festa a loro dedicata, organizzata dall’Associazione Produttori Cipolla di Vatolla in collaborazione con la Fondazione Giambattista Vico, il Comune di Perdifumo e l’Associazione giovanile “Il mondo che vorrei”.


Luglio sembra lontano, adesso, ma programmate una passeggiata a Vatolla per quello del 2019: assaggerete cipolle al gratin e frittelle di cipolle, “sciuscielli” e pasta al ragù di cipolla, zuppe e spezzatini preparati con il dolce ortaggio, e avrete modo di scoprire un piccolo, affascinante borgo in cui vi verrà voglia di tornare.


Associazione Produttori Cipolla di Vatolla
Fondazione G.B. Vico
Palazzo de Vargas
Vatolla fraz. di Perdifumo – 84070 (SA)
info@cipolladivatolla.com

 

Informazioni sull'autrice

giovanna esposito

Napoletana, scrivo di cibo dal 2008; ho cominciato con un blog di cucina, Lost in kitchen, poi, dal 2011 al 2016, sono stata tra i redattori del web magazine Gastronomia Mediterranea.
Nel 2015 ho pubblicato per Guido Tommasi Editore il volume "Gli aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana", scritto a quattro mani con Lydia Capasso e illustrato da Gianluca Biscalchin. Con la stessa "squadra", ho pubblicato nell'aprile 2017 "Santa Pietanza. Tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste". A settembre 2017 è uscito il piccolo ricettario "Pasta al forno", scritto con Lydia Capasso e con fotografie di Virginia Portioli, sempre per i tipi di Guido Tommasi.
Sono maestra assaggiatrice Onaf.

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