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Maleventum a chi? La bellezza di Benevento

Benevento è bellissima, e lo sanno in pochi. Ho il sospetto che sia la città campana più sottovalutata e meno nota. A me in prima persona è capitato di sentirmi chiedere: “Dove si trova?”.
Si trova all’incrocio della storia, questo posso dire.

Circondata da monti e colline visibili dal centro, che danno al paesaggio una grazia unica, collocata là dove il Sannio va sfumando nell’Irpinia, ha alle spalle la fierezza degli antichi Sanniti, la colonizzazione romana, il ducato longobardo e un’origine leggendaria attribuita all’eroe omerico Diomede, che dopo la guerra di Troia e dopo aver fatto ritorno nella sua patria, Argo, sarebbe partito per le coste italiche per poi fondarvi città e diffondere la civiltà. Il cinghiale di Calidone, mitico animale ucciso da suo zio Meleagro, divenne il simbolo della città perché Diomede vi porto con sé una zanna della terribile fiera.

IMG_9134Della sua lunga storia Benevento conserva tante testimonianze monumentali: siti archeologici, chiese, palazzi. Il complesso monumentale articolato intorno alla chiesa di Santa Sofia è inserito nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, come parte del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774), e a buon diritto: la chiesa è singolarissima, con la sua pianta costituita da un esagono inscritto in un decagono, il chiostro del XII secolo è una meraviglia di pulvini scolpiti l’uno diverso dall’altro, illuminato dai colori degli agrumi che vi crescono al centro.

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Pulvino del chiostro di Santa Sofia

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Chiostro di Santa Sofia

Il Museo del Sannio racconta tanto del passato della città, e contiene tra le altre una splendida collezione egizia, con reperti provenienti dallo scomparso tempio di Iside: vi stupirà sapere che, al di fuori dell’Egitto, nessuna città nel mondo ha una tale concentrazione di testimonianze della civiltà del Nilo.

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Chiostro di Santa Sofia

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Chiostro di Santa Sofia

Il teatro romano, i cippi che spuntano qua e là, la Rocca dei Rettori, il Duomo, l’obelisco egizio di Piazza Papiniano, il magnifico arco di Traiano e quello del Sacramento sono solo una parte del fascino di una città che forse non sa vendere bene se stessa, come purtroppo tante località campane lontane dal mare, ma ha da offrire vere emozioni.

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Arco di Traiano

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Un tesoro di cultura, una città-museo che ha anche la bellezza ritrosa di quelle dotate di una vita propria, non costruite ad uso e consumo del turista. E che il turista, però, potrebbe richiamarlo, eccome, perché davvero non le manca niente.

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Particolari dell’esterno del Duomo

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Monumento del Leone, Rocca dei Rettori

Fateci un giro, trascorrete una giornata a girare tra il Corso Garibaldi e il quartiere medioevale, insinuatevi nei vicoli e scovate le testimonianze lapidee di età romana che sbucano ovunque.
Se vi viene fame, poi, potete fermarvi da Dionisio, al ristorante o al più semplice e più economico bistrot.

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Il ristorante ha pareti di pietra viva e soffitti a volta, ricavato com’è in un palazzo storico, e offre una cucina dalla vocazione gourmet fondata sui prodotti sanniti con qualche ingrediente intruso di pregio; il bistrot è moderno e accogliente, ha un menù meno raffinato ma comunque curato, che include anche panini e selezioni di salumi e formaggi.

Tartare di vitellone del Sannio con pan grattato, nocciola, pistacchio, sesamo nero e bianco, acqua di porcini

Tartare di vitellone del Sannio con pan grattato, nocciola, pistacchio, sesamo nero e bianco, acqua di porcini

Alici marinate, maionese di patate e ypgurt, burrata, pomodorini confit

Alici marinate, maionese di patate e ypgurt, burrata, pomodorini confit

Tagliolini con tartufo bianco

Tagliolini con tartufo bianco

Gnocchi di patate con tartufo nero e formaggio

Gnocchi di patate con tartufo nero e formaggio

È un bel posto, Dionisio, poco conosciuto. Come Benevento. Rispecchia la città e il suo destino. Entrambi meritano più attenzione, anche da noi che in Campania viviamo e che troppo spesso manchiamo di consapevolezza, frequentiamo solo i litorali e vediamo solo la bellezza più sfacciata, quella più ostentata.

Informazioni sull'autrice

giovanna esposito

Napoletana, scrivo di cibo dal 2008; ho cominciato con un blog di cucina, Lost in kitchen, poi, dal 2011 al 2016, sono stata tra i redattori del web magazine Gastronomia Mediterranea.
Nel 2015 ho pubblicato per Guido Tommasi Editore il volume "Gli aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana", scritto a quattro mani con Lydia Capasso e illustrato da Gianluca Biscalchin. Con la stessa "squadra", ho pubblicato nell'aprile 2017 "Santa Pietanza. Tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste". A settembre 2017 è uscito il piccolo ricettario "Pasta al forno", scritto con Lydia Capasso e con fotografie di Virginia Portioli, sempre per i tipi di Guido Tommasi.
Sono maestra assaggiatrice Onaf.

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