Le tavole Ristoranti

Salumeria Upnea, insolito bistrot nel cuore di Napoli

Quando ero una studentessa universitaria, le mie alternative, a pranzo, per sfuggire all’incubo della mensa, erano una rosticceria in cui tutto era insopportabilmente unto, uno spacciatore di panini con i würstel e un “vini e cucina” vicino alla chiesa di Santa Chiara che preparava piatti di pasta “espressi” e delle memorabili melanzane a fungetiello. Alla fine, vinse il “vini e cucina”, che perlomeno non mi avvelenava di botto ma solo lentamente. Oggi, anche all’ora di pranzo, il centro storico di Napoli è scoppiettante di proposte che vanno dalla pizza ai fritti, dai panini alla cucina tradizionale.

In questo fermento si inserisce con originalità la Salumeria Upnea (da pronunciarsi apnea, trattandosi di parola composta dall’inglese up e dal Nea di Neapolis) che, dall’ora di colazione a quella di cena, può soddisfare diverse esigenze, dato che offre panini, ricchi taglieri, ricchissimi antipasti misti, piatti canonici come il ragù e la genovese e qualche trovata estemporanea che si adatta molto bene al luogo. Perché il luogo, sorta di cantina con le pareti di tufo, dall’aria decisamente underground, non è per nulla convenzionale.


Tra sangennari stilizzati e piccole mostre temporanee alle pareti, si capisce che qui dietro c’è un pensiero, e gente che non ama i formalismi.
Sono stata alla Salumeria Upnea in occasione di una serata speciale in cui è stato presentato il nuovo menu; ma poiché raramente mi accontento di questi eventi particolari, e mi piace conoscere un locale nel suo andamento ordinario, ci sono tornata a pranzo, scegliendo piatti classici della tradizione.
La cucina, come dicevo, si muove tra diversi filoni, anche se nel complesso ha un’ispirazione giocosa, come si comprende dai nomi e dalle descrizioni dei piatti che, per i non autoctoni, potrebbero richiedere qualche spiegazione.

Nella serata speciale, mi hanno positivamente colpito l’antipasto a base di mozzarella, polpo, brodo di polpo e pomodoro confit, e le paste fatte in casa, sia quella semintegrale ripiena di baccalà, affiancata da una piccola insalata di pomodori, olive e capperi, sia quella integrale farcita con stinco di maialino cotto sottovuoto e servita in brodo di genovese.

E ho trovato buona e divertente la polpetta dall’inquietante nome di Polpott, in cui il ragù si nasconde all’interno del classico impasto napoletano di carne con uvetta e pinoli, e una crema di aglio dolce, insieme con una fonduta di pecorino, completano il piatto. Invece ho trovato deludenti i piatti vegani; non per una mia personale preclusione, ma perché erano davvero poco saporiti. Ottimo il dolce, composto da madeleine agli agrumi, gelée di lamponi, pistacchio in diverse consistenze.
Nella mia visita successiva, mi sono concessa un rutilante tagliere di formaggi, latticini freschi di bufala (fantastica la ricotta) e ottimi salumi di maiale nero casertano.
E poi, i due re della tavola partenopea: ragù e genovese.

Vi consiglio caldamente il ragù. È davvero buono, adeguatamente intenso, lungamente cotto, come deve essere. Sulla genovese ho qualche riserva (ma devo anche dire che ho riserve su qualunque genovese che non sia cucinata da me, come ogni napoletano): più carne che cipolla, e queste ultime erano decisamente troppo chiare e troppo integre. In compenso la pasta, in entrambi i piatti, era cotta alla perfezione.

Nel complesso la Salumeria Upnea è un posto da tenere in considerazione: una buona cucina nel cuore del cuore di Napoli, con prodotti di qualità e delle idee. Che male non fanno mai e che aiutano a crescere.

Salumeria Upnea
Via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 34/35
80132 – Napoli
Tel.: 081 19364649
info@salumeriaupnea.com

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Informazioni sull'autrice

giovanna esposito

Napoletana, scrivo di cibo dal 2008; ho cominciato con un blog di cucina, Lost in kitchen, poi, dal 2011 al 2016, sono stata tra i redattori del web magazine Gastronomia Mediterranea.
Nel 2015 ho pubblicato per Guido Tommasi Editore il volume "Gli aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana", scritto a quattro mani con Lydia Capasso e illustrato da Gianluca Biscalchin. Con la stessa "squadra", ho pubblicato nell'aprile 2017 "Santa Pietanza. Tradizioni e ricette dei santi e delle loro feste". A settembre 2017 è uscito il piccolo ricettario "Pasta al forno", scritto con Lydia Capasso e con fotografie di Virginia Portioli, sempre per i tipi di Guido Tommasi.
Sono maestra assaggiatrice Onaf.

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